Nel corso di un seminario all’Università di Milano Bicocca alla fac. di Scienze della Formazione, svoltosi tra Novembre e Dicembre 2020 , durato tre settimane e dedicato all’apprendimento di metodologie autobiografiche nel lavoro di cura educativa e sociale, ho proposto agli/le studenti di tenere una agenda di piccole felicità. L’invito consisteva nell’annotare ogni giorno un frammento di bellezza, di gioia insperata e ritrovata, quali baluardi di resistenza affettiva e relazionale alla reclusione pandemica. Ne è uscita questa raccolta che guardandola ora, pare uno sciabordio di sentimenti, uno spericolato equilibrismo domestico, una celebrazione di istanti da acciuffare per cogliere il senso del tempo che cura. E non farseli sfuggire.

I settimana: equilibri domestici
Bere con mia mamma una tazza di cioccolata calda; guardare la strada dalla finestra di camera mia; alex che con euforia mi saluta appena arrivo all’asilo; le calze calde a coprire i piedi freddi; chiacchierare su zoom con le mie amiche dopo tanto tempo; dopo anni passati a fare colazione di fretta e in solitudine (vuoi perché mi alzo presto per andare a scuola o perché in casa non c’è più nessuno), mi stupisce come mi dia gioia iniziare la giornata seduta di fronte a mia sorella, mentre entrambe affondiamo i nostri biscotti in una tazza calda e fumante di latte; sentire l’aria fredda e tagliente sferzarmi il volto un tempo lo avrei odiato, oggi invece mi fa sentire più viva, più libera e felice; rivedere il profilo della bicocca, che per me è stata tempio di gioia, amicizia e felicità, accenno di una vita solo sfiorata e mai approfondita fino in fondo, che vive ora più di ricordi che di altro; ricevere un messaggio inaspettato da due care amiche, che mi ha ricordato il sogno che sto inseguendo e la persona che voglio essere; un cappuccino e un caffè macchiato da bere in macchina con la mia mamma, scomode ma felici, con 3 bustine di zucchero e un bastoncino per mescolare troppo corto, dopo un pomeriggio di compere natalizie; un sabato sera a casa sotto le coperte davanti alla televisione, aspettando il mio ragazzo che mi prepara un te caldo e me lo porta a letto; parlare del futuro con il mio papà, ascoltando i suoi consigli e le sue belle parole spese per me; ordinare di nascosto i regali da amazon e cercare di non farmi scoprire dal corriere che suona 5 volte al citofono; riabbracciare il mio ragazzo (giacomo) dopo aver fatto un mese di quarantena ;trasferirsi insieme a giacomo nella casetta nuova che stavamo preparando da mesi ; l’attesa di alcuni mobili per la casa e il dedicare tempo insieme a montarli e all’arredamento generale ; la chiamata con le mie nonne, che non vedo dal 20 ottobre; il messaggio di mia zia; la colazione a letto di domenica mattina; giocare con il mio cane, polda, che mi ruba le pantofole e le nasconde per casa; ridere insieme a giacomo davanti a video buffi; i messaggi con la mia famiglia; le videochiamate con alcuni amici; una videochiamata con una mia cara amica che aspetta un bimbo per la prima volta; due fette di pane e marmellata per colazione al posto di una; pedro (il mio coinquilino) che si mette in giacca e camicia per andare a fare la spesa perché oggi si sente elegante; fare la spesa col sole in maniche corte; prendere il caffè con la miri da charlie perché alla lidl c’è troppa fila; constatare che la vita è bella; studiare sul terrazzo; prendere il sole e scottarsi (a novembre); la luce del sole che filtra dalla tapparella al mattino; il sorriso di mio nipote ;la bellezza della natura; una chiamata con la mia migliore amica; la torta della nonna; le risate con mia mamma e mio fratello; cominciare quel libro che tenevi sul comodino da tempo; l’odore delle persone che ami; il bacio della buonanotte; i morsi di mio nipote; una tisana calda prima di dormire; ascoltare la stessa canzone e commuovermi ogni volta come fosse la prima; dormire con la mia gatta accoccolata su di me; la sensazione di pulito e di benessere dopo la doccia; ogni volta che finisco di compilare il “diario individuale” richiesto dal corso di pedagogia dell’intervento educativo, provo gioia e soddisfazione nell’evidenziare le domande a cui rispondere ogni volta e vederle scritte in corsivo: è per me un piccolo momento di piacere; la colazione abitudinaria, ma sempre bramata: caffelatte con troppo zucchero e una merendina al cioccolato; mi sento appagata ed anche le mie papille gustative lo sono; concedendomi una colazione che mi rende felice, inizio meglio la giornata; guardare ed ascoltare video con suoni piacevoli prima di addormentarmi, lasciare che voci e scricchiolii mi accompagnino nel sonno… ; mia madre che torna e mi dice di avermi preso una fetta di focaccia al panificio sotto casa; il buongiorno del mio fidanzato; ascoltare la musica mentre gioco ai videogiochi, o più in generale scoprire nuove canzoni; scrivere sul mio “agendiario” i miei pensieri e sentimenti, di sera illuminata solo dall’atmosfera calda della lampada da scrivania; accendere la luce col piede e sentirsi incredibilmente snodata; bere il tè la mattina ammirando la campagna fuori dalla finestra, ammirando le colline del mio amato oltrepò pavese da una parte e scorgere le alpi dall’altra parte; ascoltare un pezzo suonato al pianoforte o all’arpa; svegliarmi e rimanere sotto al piumone ancora un po’; fare un bel bagno rilassante; cambiare le lenzuola del letto; ricevere un messaggio da un’amica; sapere che c’è qualcuno che pensa a te; fare una passeggiata in campagna, combattendo il freddo e la pigrizia; ammirare il cielo di notte con le stelle oppure durante il tramonto; i colori, le sfumature, le ombre, le forme, la poesia in tutto ciò; accarezzare i gatti o i cani; sorridersi allo specchio

II settimana: istanti da acciuffare
L’aroma di cannella che si respira nella mia camera; bere un cappuccio bollente; ordinare sushi a domicilio; sentire il rumore dei popcorn che scoppiettano; guardare un uccellino che si è posato sul davanzale; indossare la mia nuova tuta da ginnastica felpata e calda; fare un pisolino a metà pomeriggio; cantare a squarciagola sotto la doccia; guardare i bimbi dell’asilo dormire beatamente; guardare la neve cadere e le strade farsi bianche; colorare solo per la voglia di riempire lo spazio bianco, senza obblighi, senza contorni, senza confini; colorare, usando i colori e le tonalità che voglio, mi suggerisce un senso di gioia, ma, più in profondità, un grande senso di libertà; ammirare il paesaggio che cambia dal finestrino del treno: le montagne così alte e imponenti, così saldamente ancorate al terreno; il lago dalla superficie calma e oscura insieme; la pianura brinata e lontana dal verde rigoglioso dalla primavera; vedere le montagne innevate; sembrano perfette, sembrano una cartolina; passare un sabato mattina con mia mamma, solo noi due per qualche tempo, con la sintonia di sempre; la merenda con la cioccolata calda preparata dalla mia nonnina; la prof.ssa che mi fissa un colloquio dopo la richiesta di tesi per la mia laurea prevista tra un anno; una semplice prenotazione dalla parrucchiera, per la cura di me stessa in questo periodo disordinato; l’ultima fetta di cheesecake lasciata per me dalla mia mamma (pur sapendo che la mangerebbe volentieri); i complimenti dell’educatrice che mi fanno arrossire nel presentarmi alla riunione con i genitori; dopo tanti esami e risultati soddisfacenti, i soldi della borsa di studio; l’ansia dell’attesa per l’esito del tampone che, una volta negativo, ha scatenato abbracci e risate; andare a trovare la mia famiglia e cenare insieme; entrare a casa e sentire il profumo della pizza appena sfornata dalla mamma; fare i biscotti insieme a giacomo; coccolare i miei gatti quando sono andata a trovare la famiglia, ho dormito lì una notte e la mia gatta, che si chiama virgola, è stata li accoccolata a me tutto il tempo e mi ha riempito di fusa e “struscini”; giocare ai videogiochi con mio fratello e ridere insieme; sentire parlare italiano in pizzeria; fare colazione fuori ; le brioches panose; fati (l’altro coinquilino) che mi offre due mandarini e non solo uno; il cielo azzurrissimo; il verso dei gabbiani nel silenzio; la fede che viene a fare merenda da noi con il salame di cioccolato; tè caldo e biscotti davanti alla tv; raggio di sole che entra dalla finestra mentre sto seguendo un laboratorio e mi scalda l pigiama; bere il caffelatte davanti al pc e col rompersi del biscotto innescare un evento sorprendente: alcune gocce sono andate a finire sul pad del computer ed hanno messo in pausa il video che stavo seguendo; l’unica volta in cui la rottura del biscotto pregno di liquido non è stata frustrante e fastidiosa; ricevere l’e-mail che mi comunica di essere tra i finalisti del concorso di scrittura della bicocca; riguardare le foto per l’esercizio del laboratorio e meravigliarsi, immergersi in ricordi propri e altrui, a volte ridere come una matta per le espressioni che si avevano in alcune foto, essere grata per i ricordi, soprattutto di chi non c’è più; sentire un legame coi compagni e le compagne di laboratorio, un legame wi-fi, non necessita di fili per far funzionare la connessione; arrivare inaspettatamente terza nella categoria senior del concorso di scrittura “un giorno in bicocca” ed avere due racconti pubblicati sul testo che raccoglie le antologie delle prime tre edizioni; a questa immensa gioia si aggiunge il sogno di avere un proprio racconto affiancato dalle meravigliose illustrazioni di jean blanchaert; le luminarie visibili dalla finestra; lucine involontariamente a forma di elefantino avvistate sul balcone di uno sconosciuto, osservate passeggiando; disegnare un albero di Natale fatto di parole e rendersi conto di quante cose ci siano per essere grata, nonostante tutto; l’attesa di riabbracciare il mio fidanzato; usare la colla a caldo; creare per un laboratorio l’uomo del futuro e scatenare tutta la creatività, dando a materiali di scarto e riciclati una seconda vita; la vicina di casa che ci lascia fiorella, la sua gattina di 4 mesi, per qualche ora, solo per farcela spupazzare (sono felice, anche se allergica!); le chiamate con le amiche; una giornata di sole, dopo tanto grigiore; vedere qualcuno che sorride, anche se non lo si conosce; la tavola imbandita e la pentola fumante al centro di essa; il cioccolatino preferito mangiato dopo essersi lavati i denti; cambiarsi i vestiti dopo essere stata fuori casa per molto tempo, usando vestiti più comodi; ordinare il luogo in cui si vive; vedere la neve scendere dal cielo, la neve di quel bianco accecante; vedere una bambina di tre mesi aprire la bocca in quello che noi interpretiamo come un sorriso, mentre ti guarda; sapere che la persona a cui vuoi più bene al mondo è felice, anche se non con te; un’amica che mi chiede consigli di lettura; la pizza di ieri sera; il silenzio che ora so di non dovere per forza riempire con lui; aver comprato i regali di Natale; de andrè; essere nei sogni e nel subconscio di qualcun altro; one piece; il cielo rosa intenso di stamattina; aver riattaccato il bottone caduto al mio cardigan preferito

III settimana: tempo che cura