TRA I CAPELLI DI MALVINA. Spettinati cambiamenti in psicoterapia sistemica


Malvina è una donna giovane e avvenente, da poco sposata, che si rivolge  a me per una psicoterapia. Quando la incontro appare molto confusa, smozzica parole, il suo racconto è spesso incoerente, poi con il procedere la sua narrazione si farà piu chiara e fluida. Si strappa le punte dei capelli, soprattutto quelle doppie. Il suo è un rituale quotidiano, puntuale, costante e ora maniacale, che le crea disagio e ansia. La storia che mi racconterà, somiglia ad una messa in piega che si ribella alle forbici del coiffeur.

Fervori e ferventi

Fin dall’infanzia Malvina ha sempre vissuto una ardente religiosità che periodicamente si riaffaccia nella sua vita portandola a frequentare ambienti monastici e clericali. A circa vent’anni si trasferisce in Inghilterra per studiare inglese. Là conosce Marcel, un grande e perduto amore con il quale convive per diversi anni fino alla morte di lui a causa di un incidente stradale mentre lei era in Italia dai famigliari. La tragedia è per Malvina un evento traumatico e sconvolgente, in seguito al quale si tuffa in frenetiche relazioni sessuali promiscue e dissolute a causa delle quali si percepiva sporca e frustrata. Come se dovesse punirsi per quella tragica morte. Colta da un profondo disagio decide così di dare una svolta alla sua vita e, dopo un pellegrinaggio a Medjuogorie, entra in convento ritrovando il suo antico fervore religioso. Si taglia i capelli cortissimi così come la regola religiosa imponeva, se li copre con un casto velo e diviene per tutti Suor MarieJulie.  La sua indole ribelle però poco si conforma alle rigide regole conventuali, soprattutto sente di non accettare il clima sessuofobico e persecutorio per tutto ciò che riguardava il corpo e l’espressione affettiva, che riteneva fossero invece vere e proprie manifestazioni del divino. A causa del suo spirito libero e indomito, intellettualmente poco propenso alla omologazione richiestale dalle gerarchie, viene trasferita in altri monasteri divenendo vittima di rapporti fortemente ambivalenti che permeavano la vita religiosa delle monache tra condanna di costumi discinti e la loro pratica segreta in un’atmosfera di patologica manipolazione. Malvina riceve le avance sessuali di una consorella e di un sacerdote e poiché si nega loro, subisce per ritorsione una girandola di trasferimenti in altri luoghi religiosi fino a che ne viene dichiarata l’incompatibilità con il nubilato vocazionale. Con suo grande rammarico il velo le è tolto e Malvina rimane con i capelli cortissimi che la rendono all’inizio simile ad uno scricciolo impaurito. L’incontro con Andrea che avrebbe sposato di lì a poco rappresenta l’ennesima conversione, stavolta verso una vita di coppia che riconosce come felice e appagante, se non fosse per quella fastidiosa mania di strapparsi i capelli che nemmeno l’amorevole presenza del  marito riesce  a sedare.

Come un aex voto.

Come interpretare il disagio di Malvina alla luce della sua storia? Vi è un nesso tra la sua fervente e contrastata  vocazione religiosa che l’ha portata per molto tempo a peregrinare da un monastero all’altro e la disperata vicenda della morte del fidanzato inglese? Ripercorrendo la sua vicenda armato di forbici e bigodini narrativi provo ad aiutarla in questa ricerca.  Malvina e’ secondogenita, la sorella ha ben quindici anni più di lei. Del padre dice di non averlo mai conosciuto veramente. Di lui evoca un ritratto distaccato e freddo, usciva il mattino presto per far ritorno alla sera, perennemente impegnato nella sua attività di scrittore, la cui relazione sente di avere riscoperto solo di recente. In seguito alla nascita della sorella Fabiana, i genitori decisero che non avrebbero mai più voluto figli anche per via di un aborto doloroso sul quale calò un greve silenzio. Quando la primogenita ebbe circa dodici anni, la madre, fervente cattolica,  soffrì di gravi disturbi cardiaci rischiando di morire. La coppia dei genitori era in quel periodo assai in crisi e Annamaria , madre di Malvina, convinse il marito ad un viaggio della speranza a Lourdes per salvare il suo cuore e il loro  matrimonio. In seguito a quel pellegrinaggio  le cose misteriosamente mutarono: la coppia si rinsaldo’ , Annamaria guarì e fu letteralmente ‘presa per i capelli’ . I due sposi decisero dunque di avere una seconda figlia, Malvina appunto,  figlia simbolica di quel viaggio a Lourdes e della grazia ricevuta dalla Madonna, come la madre che man mano che lei diveniva  grande, non mancava di ricordarle. Proprio come i preziosi cuoricini adagiati su purpurei cuscinetti di velluto che in passato testimoniavano le grazie ricevute nei luoghi di devozione, Malvina diviene a sua volta un aex voto. Secondo la leggenda famigliare, la sua nascita fu il riconoscente gesto di ringraziamento alla Madonna per aver salvato la vita della sua mamma e il suo matrimonio. Come si trovasse di  fronte ad una illuminante rivelazione, ricostruendo il suo passato,  Malvina riconosce le potenti aspettative che ha sempre percepito nei suoi confronti relative alla sua vocazione religiosa. Divenire una suora fu  il suo modo per sdebitarsi da quell’intervento divino.

Ri-velazioni

Malvina dunque sentiva che grazie alla sua vocazione religiosa,  esaudiva le aspettative famigliari ma allo stesso tempo non poteva reprimere le sue  emozioni e il suo corpo che protestavano la loro ribellione a quel mandato facendole vivere un coacervo di sentimenti contrastanti.  Tra sacro e profano. I capelli, che nella esperienza religiosa femminile rappresentano evidentemente la rinuncia ad una sessualita’ praticata e per questo dovevano essere tenuti assai corti, ne erano la manifestazione concreta. Forse dopo una vita durante la quale era stata riconoscente alla Madonna, poteva finalmente sposarsi a patto pero’ che strappandosi i capelli, proseguisse anche laicamente nel suo ruolo di aex voto.

Se quei capelli avessero potuto parlare cosa le avrebbero detto sul suo passato e sul suo futuro? Con questa intuizione proposi a Malvina di rimembrare il suo volto da suora velata e disegnarlo. La giovane donna in pochi e delicati tratti si riprodusse sul foglio in una espressione quieta e pacificata dopodichè la invitai a far fuoriuscire da sotto il velo con i colori, alcune ciocche ribelli, proprio come lo era stata la sua vita,  lungo le quali scrivere i loro pensieri: cosa le dicevano? Nel percorso che intraprendemmo le sue chiome ci indicarono quale strada seguire verso una vita forse più spettinata ma più appagante:

La voce dei capelli

Il sole
ballare
liberta'
amica
insieme e' meglio
gioire
ce la farai
vagare, ora non piu'
paura di soffrire
bloccato nel cuore cosa c'e'?
non capirsi
quello che loro non vedono
i disegni sono di Maja Veselinovic e Katrin Welszstein

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